Mayo 17, 2025

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Dopo l’introduzione dell’ingresso a pagamento anche nei musei statali italiani che ne erano sprovvisti – misura varata dall’ex ministro Gennaro Sangiuliano – il 2023 aveva fatto registrare un record di incassi pari a oltre 313 milioni di euro (+34% rispetto al 2022), sostenuto anche da una significativa crescita delle presenze. I quasi 58 milioni di visitatori censiti nell’arco dell’anno inorgoglivano il Ministero della Cultura: “L’impegno a introdurre l’ingresso a pagamento per i nostri musei è stata una piccola rivoluzione del settore culturale italiano” spiegava il Direttore Generale Musei Massimo Osanna, analizzando i dati “E va di pari passo con l’adeguata valorizzazione del nostro patrimonio, perché prevedere un biglietto significa garantire risorse anche a quei piccoli musei che prima erano in difficoltà”.

Record di incassi e presenze nei musei italiani nel 2024

E per il 2024, il record di presenze e introiti nei musei e parchi archeologici statali dev’essere ulteriormente rivisto a rialzo. Stando ai dati elaborati dal Sistan, servizio di statistica del MiC istituito nel 1992, infatti, l’anno scorso gli ingressi nei luoghi della cultura hanno superato quota 60 milioni (60.850.091), con un incremento del 5,3% rispetto ai 57.730.502 biglietti staccati nel 2023. E gli incassi percepiti hanno raggiunto la somma di 382.004.344 euro, con una crescita del 23% rispetto ai 313.888.163 euro introitati nel 2023.
In particolare nei 299 istituti a pagamento sono stati 31.764.116 i visitatori paganti e 19.848.707 gli ingressi liberi, mentre nei 154 istituti gratuiti si sono registrate 9.217.268 presenze.

Parco archeologico di Pompei
Parco archeologico di Pompei

Il successo degli ingressi a pagamento

Utile per elaborare il dato è anche il monitoraggio dell’Osservatorio MidaTicket Big Data e Luoghi della Cultura (in questo caso anche privati), promosso da MidaTicket per indagare il comportamento culturale dei visitatori dei siti museali italiani: dall’analisi di 35.7 milioni di biglietti e oltre 1.5 miliardi di dati sui visitatori entrati nel biennio 2023-2024 in 204 luoghi della cultura pubblici e privati, presenti in 18 regioni italiane, è emerso che il 70% dei visitatori sono stranieri (in prevalenza Stati Uniti) e che sei italiani su dieci comprano ancora i biglietti sul posto, ma prediligono i pagamenti elettronici (73% sul totale). Soprattutto, nel 2023-2024, in Italia, prevalgono nettamente i visitatori paganti (73.6%): un dato dissimile rispetto alla media nazionale rilevata dall’ISTAT nel 2022 (60.25%), che conferma l’incremento continuato e progressivo degli introiti.
Ma, tornando all’analisi del Sistan, il dato sulle presenze si può scorporare anche in base alla tipologia di siti culturali scelti dai visitatori: nei musei statali gli ingressi sono stati 18.743.830, mentre ben 31.487.563 hanno preferito monumenti e aree archeologiche; 10.618.698 sono stati, invece, i visitatori dei circuiti museali.
Si consolida, dunque, la tendenza che premia il sistema museale italiano dopo la battuta d’arresto imposta dalla pandemia, con risultati che, per il secondo anno, raggiungono livelli precovid: “Si tratta del miglior risultato di sempre dei musei e dei parchi archeologici statali” sottolinea il Ministro della Cultura Alessandro Giuli “È il segno di quanto il Governo stia ben operando e di come la cultura e la bellezza italiane siano riconosciute e apprezzate nel mondo, generando in milioni di persone il desiderio di goderne appieno visitando il nostro Paese”.

I 30 musei più visitati del 2024. Dati Sistan
I 30 musei più visitati del 2024. Dati Sistan

I 30 musei d’Italia più visitati nel 2024

Ma quali sono i musei e i siti che si rivelano più attrattivi per i visitatori? Ancora una volta, è il Parco Archeologico del Colosseo, con il Palatino e il Foro Romano, a ottenere il primo piazzamento nella lista dei 30 pubblicata dal Sistan, che non presenta particolari sorprese rispetto all’anno precedente. Netto l’incremento dei visitatori, che passano dagli oltre 12 milioni del 2023 a quasi 15 milioni nel ’24. Seguono sul podio le Gallerie degli Uffizi e il Parco Archeologico di Pompei – rispettivamente oltre i 5 e i 4 milioni di ingressi – poi il Pantheon, entrato altissimo nel 2023 dopo l’introduzione del biglietto a pagamento, e comunque ancora in buonissima posizione. Per la Capitale si conferma anche il sesto posto di Castel Sant’Angelo, ma ottimi sono anche i risultati delle Ville tiburtine (9), Palazzo Venezia e Vittoriano (11) e Galleria Borghese (13). Mentre a Firenze crescono ancora i Musei del Bargello, dal dodicesimo al decimo piazzamento. A Milano, il sito più visitato è la Pinacoteca di Brera (14), che supera il Cenacolo Vinciano (16). A Napoli il MANN (15). Buone conferme anche per il Castello Miramare di Trieste (22) e per il Palazzo Ducale di Mantova (28). Tra i siti non direttamente dipendenti dal MiC, si confermano il Museo Egizio (7) e Venaria Reale (19) a Torino.
Livia Montagnoli

L’articolo "Nuovo record di incassi e presenze per i musei italiani nel 2024. Quali sono i più visitati?" è apparso per la prima volta su Artribune®.

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Ha decisamente un respiro museale la mostra su Man Ray che Tommaso Calabro ha allestito nella sede veneziana della sua galleria. Palazzo Donà Brusa in Campo San Polo, dopo aver ospitato una mostra di pittura emergente, diventa il contenitore di una selezionata antologia di assemblages, dipinti, gouaches e fotografie di uno degli artisti più eclettici del Novecento, confermando il doppio binario su cui si muove la programmazione espositiva della galleria, tra riattualizzazione del moderno e promozione del contemporaneo. 

Man Ray, installation view at Galleria Tommaso Calabro, Venezia, 2025. Photo Silvia Longhi. Courtesy Tommaso Calabro
Man Ray, installation view at Galleria Tommaso Calabro, Venezia, 2025. Photo Silvia Longhi. Courtesy Tommaso Calabro

Man Ray e il Novecento 

Pochi artisti hanno avuto il privilegio di vivere Parigi come Man Ray, al secolo Emmanuel Radnitzky (Philadelphia, 1890 – Parigi, 1976). Americano di origini russo-ebree, si stabilisce nella capitale francese seguendo una parabola inversa rispetto a quella del suo caro amico Marcel Duchamp, francese naturalizzato americano. Ma Duchamp fu solo uno dei tanti artisti e delle tante personalità che Man Ray ha incrociato durante la sua vita: da Gertrude Stein a Picasso, da James Joyce a Jean Coucteau, da Meret Oppenheim a Lee Miller, da Max Ernst ad André Breton. Nomi chiave delle avanguardie parigine del primo Novecento, con cui Man Ray ha un confronto attivo. Non per caso, quindi, si riconoscono nel suo lavoro suggestioni dadaiste e surrealiste, che rimangono – appunto – suggestioni. Il variegato corpus di Man Ray, infatti, si configura come una personale interpretazione del milieu parigino, più che come una adesione completa a quel movimento o a quell’altro. 

Man Ray, installation view at Galleria Tommaso Calabro, Venezia, 2025. Photo Silvia Longhi. Courtesy Tommaso Calabro
Man Ray, installation view at Galleria Tommaso Calabro, Venezia, 2025. Photo Silvia Longhi. Courtesy Tommaso Calabro

La mostra di Man Ray a Venezia 

Proprio questa varietà e questa simultaneità stilistica è ben veicolata dalle oltre quaranta opere in mostra alla Galleria Tommaso Calabro di Venezia. Tra i lavori storici, in versioni più tarde, non possiamo non menzionare la Venus restaurée (il busto una Venere Medici in gesso avvolta da una corda, che rilegge il nudo classico in chiave S&M) e l’Objet indestructible (un metronomo sul cui pendolo è incollata la fotografia di un occhio). Opere celeberrime, che tuttavia non eclissano quelle meno popolari, ben selezionate dalla galleria. Oltre ai più famosi Rayograph, vera e propria firma fotografica dell’artista, il salone centrale ospita ritratti e scatti di diversa origine, mentre nell’ambiente accanto trovano posto disegni e dipinti che testimoniano un’attività grafico-pittorica sicuramente più marginale ma non per questo di minor interesse. 

Man Ray, installation view at Galleria Tommaso Calabro, Venezia, 2025. Photo Silvia Longhi. Courtesy Tommaso Calabro1 / 4
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Man Ray, installation view at Galleria Tommaso Calabro, Venezia, 2025. Photo Silvia Longhi. Courtesy Tommaso Calabro
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Man Ray, installation view at Galleria Tommaso Calabro, Venezia, 2025. Photo Silvia Longhi. Courtesy Tommaso Calabro
Man Ray, installation view at Galleria Tommaso Calabro, Venezia, 2025. Photo Silvia Longhi. Courtesy Tommaso Calabro
Man Ray, installation view at Galleria Tommaso Calabro, Venezia, 2025. Photo Silvia Longhi. Courtesy Tommaso Calabro
Man Ray, installation view at Galleria Tommaso Calabro, Venezia, 2025. Photo Silvia Longhi. Courtesy Tommaso Calabro
Man Ray, installation view at Galleria Tommaso Calabro, Venezia, 2025. Photo Silvia Longhi. Courtesy Tommaso Calabro

Gli oggetti d’affezione di Man Ray 

Ma è a poca distanza da questa quadreria che si trova la vera chicca della mostra: un tavolo che, come una scrivania dell’impossibile, ospita alcuni esempi di quelli che la storia dell’arte conoscerà come “oggetti d’affezione”: collage e accostamenti di utensili di diversa provenienza, che trovano non nella logica, ma nell’analogia un modo di stare insieme. L’esempio più eminente è certamente Cadeau, un ferro da stiro impossibile da utilizzare perché chiodato, ma è un’altra opera ad attirare l’attenzione. Pêchage – un piccolo diorama composto da una scatola di legno dipinta, della bambagia e tre pesche finte – sottolinea anche l’inclinazione di Man Ray (ma anche di Duchamp e di molti altri artisti di quegli ambienti) per il gioco di parole, per il sovvertimento semantico, oltre che visivo: e così pêchage si rivela una crasi tra pêche (pesca) e paysage (paesaggio), senza dimenticare una certa assonanza con repêchage (ripescaggio, a suggerire l’atto di riutilizzo degli oggetti) e, soprattutto, con péché (peccato). Chissà che Man Ray non volesse inscatolare un succoso Giardino dell’Eden?  
Alberto Villa 
P.S. Mentre scrivevo queste righe avevo addosso l’insistente sguardo di un uomo che, seduto di fronte a me all’aeroporto di Parigi – Charles de Gaulle, era impegnato a gustarsi una pesca. Coincidenze non da poco. 
 
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Dalla conservazione del patrimonio artistico alla promozione dell’editoria indipendente, la non profit Archivorum – fondata nel 2019 dalla collezionista e imprenditrice Mia Rigo Saitta – mira a ridefinire il concetto stesso di archivio, concepito come strumento attivo di crescita sociale, educativa e intellettuale. E l’ultima iniziativa conferma ulteriormente le intenzioni del progetto: una biblioteca pensata per ricercatori, studenti, artisti e curatori che presenta una selezione di case editrici d’arte contemporanea indipendenti e di nicchia. 

Apre a Torino Archivorum Library

Archivorum Library è stata ufficialmente inaugurata l’11 aprile 2025 a Torino, nei locali sottostanti la Galleria Franco Noero, in Via Mottalciata 10/B. About Books, Dent de Leone, Écart Publications, Edition Patrick Frey, Edition Taube, Fitzcarraldo Editions, Gagarin, Kunst Instituut Melly (Witte De With Center For Contemporary Art), Loose Joints, MACULA Editions, Nero Publications, Onestar Press, Onomatopee, Primary Information, Spector Books, Sternberg Press, The Ice Plant, Torpedo Press, Valiz, Veneer Magazine, White Columns e Zavod P.A.R.A.S.I.T.E., sono solo alcuni degli editori presenti in quanto il progetto è in continua espansione. 

archivorum library galleria franco noero torino ph gabriele abruzzese Il nuovo spazio di Torino per la consultazione di preziosi libri d’artista l’ha aperto una non profit
Archivorum Library, Galleria Franco Noero, Torino. Ph. Gabriele Abruzzese

Archivorum Library: “Uno spazio vivo dove la cultura si muove”

Uno spazio vivo dove la cultura si muove, le idee crescono e la conoscenza viene condivisa. Concepita come un luogo dedicato al libro d’artista, la biblioteca è un archivio vivo e pulsante, liberamente accessibile al pubblico per la consultazione. Esponendo la nostra crescente collezione di migliaia di libri d’arte di editori internazionali di nicchia, questo nuovo spazio amplierà la nostra visione di preservare le narrazioni degli artisti e di interagire con tutte le pratiche editoriali contemporanee. Se archiviare i libri d’artista è un modo di pensare a ciò che costituisce la memoria, il lavoro, il patrimonio e di dare tempo e spazio a diverse forme di conoscenza, una collezione è sempre viva e non può mai essere un luogo passivo”, dichiarano da Archivorum, che è fisicamente presente anche a Megève, Ginevra e Milano.

Le attività di Archivorum a Torino 

Tra le varie attività della non profit si segnala Archivorum x M, un’iniziativa che intende il libro come medium creativo e insieme oggetto quotidiano: ispirandosi alla visione di Mario Merz in Voglio fare subito un libro, questo progetto offre agli artisti completa libertà di forma, contenuto e formato per i propri libri. “Pubblicazioni come ‘The Pond Skater’ di Luis Lázaro Matos e ‘A-A’, B-B’ di Simon Starling hanno vinto rispettivamente il premio ‘The Most Beautiful Swiss Book’ nel 2021 e nel 2022. Questi riconoscimenti sottolineano il nostro impegno nel promuovere opere di notevole valore estetico e culturale”, concludono.
Caterina Angelucci 
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Labubu, Crybaby e Zimomo non possono essere più considerati un fenomeno hypebeast. Sono divenuti oggetti iconici: intorno a questi prodotti (spazzatura?)  di origine cinese si praticano scambi online. Come è già accaduto con le sneakers, come accadrà al prossimo giro per qualche altro soggetto FOMO (acronimo do Fear of missing out – “paura di essere tagliato fuori”) legato all’uso compulsivo dei social media. Vale tutta via la pena di prenderli in considerazione per quello che il loro successo racconta della dilagante tendenza odierna all’escapismo. Labubu (oltre 1 milione di post con l’hashtag #Labubu su TikTok) non solo tra Alpha o GenZ, ma (questo è il red flag) in maniera intergenerazionale: la nuova predilezione per i giocattoli ha molto da insegnarci sulla disposizione di chi un tempo consumava oggetti di  “lusso”.

Labubu: un pupazzetto per tempi bui

Non è la prima volta che il fascino di prodotti per bambini conquista gli adulti. Negli anni ’90 l’ossessione per i Tamagotchi, Pokémon Go nel 2016 (già combinavano nostalgia e innovazione tecnologica) insieme alla folata di vento Barbiecore del 2023 dimostrano che adulti si può essere anche solo anagraficamente. Cosa vorrà poi dire essere adulti non è chiaro a nessuno, ma questa è materia che lascio volentieri ai filosofi. In ogni caso il successo di Labubu, il coniglietto con il viso da bambola e i denti aguzzi disegnato dall’artista Kasing Lung e prodotto dall’azienda di giocattoli di Hong Kong Pop Mart risale all’ottobre del 2023. L’impennata di vendite è arrivata coi ciondoli da accompagnare le borse, anche quella carissime tipo Birkin o le intrecciate di Bottega Veneta. Le analisi più superficiali attribuiscono il successo alle comparsate via web di Lisa delle Blackpink in Corea (questo evidentemente sponsorizzato), di Rihanna e Dua Lipa negli Usa, da noi con un po’ in ritardo di Chiara Ferragni. 

Rihanna paparazzata con un Labubu1 / 8
Rihanna paparazzata con un Labubu
Abbinamento non convenzionale di accessori con Labubu2 / 8
Abbinamento non convenzionale di accessori con Labubu
Blind box e charm Labubu3 / 8
Blind box e charm Labubu
Charm Labubu4 / 8
Charm Labubu
Ciondolo Lilo & Stitch5 / 8
Ciondolo Lilo & Stitch
Set di borse con charm Labubu6 / 8
Set di borse con charm Labubu
Set di Labubu da compagnia7 / 8
Set di Labubu da compagnia
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Zimomo della serie Monsters
Rihanna paparazzata con un Labubu
Abbinamento non convenzionale di accessori con Labubu
Blind box e charm Labubu
Charm Labubu
Ciondolo Lilo & Stitch
Set di borse con charm Labubu
Set di Labubu da compagnia
Zimomo della serie Monsters

Il fenomeno Pop Mart

Ma il fenomeno è decisamente più complesso e in questo caso le celebrities paiono più inseguire che anticipare il fenomeno. 15 euro (il prezzo base di questi pagliaccetti) è una cifra accessibili ai più. Con questo fee si ottiene una blind box che non consente di conoscere a priori quale è il modello aggiudicato: cosa che non sembra aver scoraggiato nessuno, anzi. La blind box è uno strumento molto in uso tra i collezionisti: l’istinto associato è quello (anche questo “fanciullesco”) del pacco a sorpresa natalizio. Detto che gli acquisti legati alla moda sono sempre stati (anche) consolatori, la disposizione all’acquisto di epoche più spensierate assomiglia poco a quella di chi oggi quotidianamente deve confrontarsi con un’economia cupa, il caos climatico, gli annunci di riarmo e la crescita dell’inflazione (reale o percepita che sia) a doppia cifra. Di fronte a tanta incertezza piccoli oggetti confortanti diventano attrattivi. 

Marketing della nostalgia: i kidult

Nel kidult prevale un desiderio nostalgico per cose e modi di vita più semplici. I brand moda, come tutti gli altri, lo hanno capito e si stanno affidando a un marketing guidato dalla nostalgia.  Quando provano a proporre di nuovo la strada della provocazione inciampano e quindi preferiscono avventurarsi su sentieri che portano a connessioni con entità immaginarie in contesti non immaginari. Le conferme non mancano: un film come Barbie nato da un giocattolo ha finito per allargarsi a un pubblico più ampio e persino adulto.  Da Lilo & Stitch, film d’animazione prodotto nel 2012 dalla Walt Disney sono derivati franchising di ogni genere: sequel, serie televisive, anime, videogiochi, versioni Lego e pelouche (Pop Mart produce anche quest’ultimo). Sebbene non siano disponibili dati recentissimi sul numero di unità Labubu vendute nella prima metà del 2024 sappiamo che Pop Mart con la linea “The Monsters” che include anche il personaggio Labubu  ha registrato vendite per 6,3 miliardi di yuan e pari a 870 milioni di dollari. Labubu non è infatti l’unico giocattolo di tendenza al momento. Altri giocattoli blind box dI Pop Mart come il piagnucoloso Crybaby, Hirono di ispirazione fantasy o Zimomo, Spooky e Tycoco di ispirazione spooky stanno guadagnando terreno in Occidente.

Charm Labubu
Charm Labubu

L’estetica disordinata dei kidult

L’estetica street style di questi charm, portachiavi o oggetti da compagnia multiuso è sintonia con la caotica tendenza alla personalizzazione che sta affermandosi ovunque. Abbinare uno o più di questi pagliaccetti al proprio abbigliamento aiuta a transitare con nonchalance su stili che si vorrebbero codificati, senza dover investire ulteriormente in beni non essenziali. In un panorama visivo un tempo pervaso (almeno sino a prima dell’epidemia scatenata dal maledetto virus) da ideali di perfezione irrealistica, le alternative estetiche sembrano rivolgersi a una bellezza non convenzionale. I Labubu, con le loro forme semplificate l’aspetto peloso e i colori spesso stridenti, incoraggiano i consumatori ad aderire all’ugly-cute che è un po’ grossolano ma confortate. Come del resto è accaduto per le Birkenstock o le Crocs, scelte in forte contrasto con i diktat di una fashion divenuta sin troppo prevedibile e troppo velocemente ciclica.
Aldo Premoli
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Artisti e curatori, fotografi documentaristi e narrativi, designer, architetti, performer, scrittori, addetti marketing e comunicazione, sono i professionisti cui si rivolgono le offerte di lavoro che abbiamo selezionato per voi questa settimana. In questo spazio diamo, infatti, una breve panoramica degli ultimi bandi aperti recentemente in Italia o prossimi alla scadenza, e alle opportunità (anche senza scopo di lucro) da cogliere al volo. Vi ricordiamo che su Facebook trovate il gruppo Artribune Jobs: vi invitiamo a iscrivervi per poter contribuire alla condivisione di bandi, concorsi, opportunità, spunti e offerte in ambito creativo. Intanto, ecco 5 proposte da tenere presente…

Museo Madre – Bando per artisti emergenti e curatori di ricerca

1 museo madre 1200x675 1 Lavorare nell’arte: opportunità da Madre, Studio Marangoni, Fondazione Musei Senesi e Mufoco
Museo Madre

È online il bando per partecipare alla prima edizione del Premio Meridiana, iniziativa promossa dalla Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee – Museo Madre e dagli Amici del Madre per promuovere e valorizzare la scena artistica contemporanea del Sud Italia, offrendo sostegno concreto a 3 artisti emergenti under 35 e a curatori under 45 impegnati in attività di ricerca. Il curatore vincitore riceverà un premio di 5mila euro, mentre agli artisti selezionati andranno 7mila euro ciascuno, destinati alla produzione delle opere. Il progetto vincitore sarà allestito al Madre entro il 2025.
Scadenza: 30 giugno 2025
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Studio Marangoni – Corso di fotografia documentaria/narrativa e Mastering Photography

2 copertina sop Lavorare nell’arte: opportunità da Madre, Studio Marangoni, Fondazione Musei Senesi e Mufoco
SOP

Sono aperte le iscrizioni per il corso intensivo Sense of Place promosso da Studio Marangoni, un’esperienza formativa dedicata alla fotografia documentaria e narrativa. Il corso, della durata di due settimane, si terrà dal 16 giugno 2025 presso la sede di Via San Zanobi. Rivolto a fotografi e appassionati, il corso offrirà due settimane di formazione intensiva, sotto la guida esperta di Pietro Paolini, fotografo del collettivo TerraProject. Sono anche aperte le iscrizioni a Mastering Photography, corso annuale di fotografia contemporanea, per approfondire l’identità autoriale attraverso un percorso pratico e teorico.
Scadenza: non pervenuta
Sense Of Place
Mastering Photography o contattare Esta dirección de correo electrónico está siendo protegida contra los robots de spam. Necesita tener JavaScript habilitado para poder verlo.

Fondazione Musei Senesi – Call per creativi toscani per progettazione culturale sostenibile

3 fms Lavorare nell’arte: opportunità da Madre, Studio Marangoni, Fondazione Musei Senesi e Mufoco
FMS

È online una call – promossa da un partenariato guidato da Siena Art Institute e composto, tra gli altri, da Fondazione Musei Senesi – per giovani menti creative, chiamate a ripensare il nostro rapporto con la natura, gli spazi di relazione o l’allestimento sostenibile di eventi culturali. Rivolta a designer, architetti, performer, scrittrici e scrittori, professioniste e professionisti del marketing e della comunicazione toscani, la call prevede tre progetti vincitori che riceveranno un premio di 500 euro ciascuno e l’opportunità di partecipare a un’esperienza formativa e di restituzione sul territorio.
Scadenza: 2 giugno 2025
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Mufoco Museo di Fotografia Contemporanea – Call per fotografi e artisti visivi over 18

4 call for project scenari alpini paesaggi e comunita della lombardia fra tradizioni e futuro Lavorare nell’arte: opportunità da Madre, Studio Marangoni, Fondazione Musei Senesi e Mufoco
Call for Project SCENARI ALPINI. Paesaggi e comunità della Lombardia fra tradizioni e futuro

Il Mufoco – Museo di Fotografia Contemporanea promuove la Call SCENARI ALPINI. Paesaggi e comunità della Lombardia fra tradizioni e futuro: rivolta a fotografi e artisti visivi residenti in Italia over 18, seleziona 5 progetti di ricerca inediti da sviluppare e produrre in vista di una mostra e dell’acquisizione delle opere nelle collezioni del Museo. L’iniziativa è inserita nell’ambito dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026. Il tema riguarda l’interpretazione delle diverse modalità di vivere la montagna fra tradizione e innovazione, indagando la dimensione abitativa, lavorativa e quella del tempo libero.
Scadenza: 30 maggio 2025
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Attiva Progetti Culturali e Antur Srl Benefit – Call per artisti emergenti under 35

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Courtesy Antur S.r.l

Attiva Progetti Culturali e Antur Srl Benefit lanciano la prima edizione del Premio Antur. Oltre il visibile, dedicato alla promozione della ricerca artistica emergente. Questo premio acquisizione di 1000 euro consentirà all’opera di un artista, duo o collettivo under 35, di entrare a far parte della neonata corporate collection di questa giovane azienda impegnata nel settore della ricerca e sviluppo. L’opera selezionata sarà esposta nella sede di rappresentanza dell’azienda a Cercola (NA) ed entrerà nel corso del 2026 negli spazi dello SHUB Museum, ambizioso progetto di Antur Srl Benefit in fase di realizzazione dedicato all’arte e alla sostenibilità che sarà ospitato nell’antica Villa Pignatelli di Monteleone del miglio d’oro, sita a Barra, Napoli.
Scadenza: 30 maggio 2025
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